Santelli: “Al via Calabria Virtute, la legalità diventa conveniente”

Adn Kronos

Prende il via, su iniziativa della presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, e del vicepresidente Antonino Spirlì, “Calabria Virtute”, Valuable identity and reputation technologically unique trusted engine. 

“Determinati a concretizzare il mantra della ‘legalità conveniente’, valorizzando onestà, abilità, competenze e meriti per la sicurezza collettiva”, si legge in una nota, si dà il via a una “innovativa infrastruttura (immateriale) digitale di qualificazione reputazionale documentata e tracciabile, in breve ‘rating reputazionale’, che in maniera oggettiva misura la reputazione a 360 gradi di aziende, enti, professionisti, lavoratori dipendenti, consumatori e utenti (compresi i migranti)”.

L’infrastruttura, prosegue la nota, “fa questo grazie all’intelligenza artificiale sintetizzata in un algoritmo, prendendo in considerazione per la valutazione di persone fisiche e giuridiche le informazioni rilevabili solo da documenti e certificati. Non c’è spazio per il sentito dire, per le rielaborazioni delle notizie non verificate prese da Internet o dai social, per la reputazione costruita ad arte, su misura e su ordinazione, o per le fake news”.

Per essere valutati dall’algoritmo, con la supervisione di uno dei 1.442 giovani professionisti (a numero chiuso) che saranno qualificati in Calabria per operare nell’Infosfera, i fatti ammessi sono esclusivamente quelli documentabili e in seguito validati da nuove figure professionali riunite in associazioni vigilate dal ministero dello Sviluppo Economico ai sensi della legge 4/2013 (professioni non organizzate in ordini o collegi), che hanno la responsabilità di promuovere, gestire e ottimizzare l’asset più importante posseduto da ciascuno: la reputazione.

“Il rating reputazionale, ad esempio – evidenzia la nota -, è oggetto del nuovo Contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore dei servizi di ausilio familiare sottoscritto il 9 gennaio 2020 anche dal sindacato Uil Federazione poteri locali, che in larga parte impiega migranti interessati a chiedere volontariamente (dunque nessun problema di privacy) l’inedita qualificazione reputazionale, soprattutto in funzione dell’aumento delle possibilità d’impiego e di incrementi retributivi correlati all’aumento della sicurezza offerta al datore di lavoro con il proprio rating reputazionale in ordine a onestà, abilità, competenze e meriti verificabili dai certificati acquisiti anche nei paesi d’origine”.

E allo studio, si legge ancora, “anche l’auspicato coinvolgimento del Sovrano Militare Ordine di Malta (Smom), soggetto di diritto internazionale privo di territorialità, canonicamente dipendente dalla Santa Sede, titolare di un seggio come osservatore all’assemblea generale Onu, operativo con oltre 100 rappresentanze diplomatiche legate alla sua missione umanitaria soprattutto nei paesi in via di sviluppo, che potrebbe acquisire materialmente i certificati penale, fiscale, civile, studi e formazione, lavoro e impegno civile nei paesi d’origine dei migranti, che poi verrebbero tradotti e legalizzati con apostille certificate dalla rete consolare del ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale”. Inoltre, anche Anbsc, Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (vigilata dal ministero dell’Interno), prevede il rating reputazionale tra gli indicatori del primo bando per l’assegnazione diretta di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata a soggetti del Terzo Settore pubblicato il 30 luglio 2020.

“Calabria Virtute – dichiara la presidente Santelli – è un progetto scalabile a livello mondiale, proposto dalle associazioni non profit Crop News Onlus e Apart in collaborazione con Mevaluate Holding Ltd (società irlandese ma con codice fiscale italiano e domicilio fiscale a Roma), i cui soggetti attuatori sono selezionati con l’avviso pubblico visibile da oggi sul sito web della Regione Calabria (ai sensi del codice dei contratti pubblici) e delle linee guida Anac. L’obiettivo è mettere all’angolo l’‘ingegneria reputazionale’ sul web che ha dato vita a nuove e lucrose attività professionali come i reputation manager (non auditor!), ovvero gli smacchiatori del web che si muovono su un terreno ai limiti della legalità, generando anche false identità, inondando i siti web di false recensioni pro e contro, per gonfiare o deprimere la reputazione, su misura e su ordinazione, al fine di trarne indebiti vantaggi, determinando il cosiddetto ‘riciclaggio identitario’”. 

Grazie a “Calabria Virtute”, sottolinea la nota, sarà dunque possibile “conoscere con un click il rating reputazionale di singoli operatori economici (aziende, enti, professionisti), lavoratori dipendenti, consumatori e utenti; è previsto anche un meccanismo di ‘premialità reputazionale’ dedicata a chi mette in pratica comportamenti virtuosi. Autorità regionali preposte al controllo legalitario, forze di polizia e agenzie di sicurezza accedono gratuitamente a informazioni e certificati che determinano il rating reputazionale”.

Per Domenico Marino, professore dell’Università di Reggio Calabria, componente della Task Force per le applicazioni dell’Intelligenza artificiale alla Pa dell’Agenzia per l’Italia Digitale – Presidenza del Consiglio dei Ministri. “il rating reputazionale è sicuramente una delle innovazioni sociali che possono contribuire a migliorare il livello di trasparenza, il grado di legalità e la qualità complessiva della vita. L’introduzione di questo strumento di certificazione facilita le transazioni, migliora la qualità dei servizi, permette una discriminazione effettiva dei prezzi sulla base di criteri di qualità certificati”.

In pratica, conclude il professore, “con il progetto Calabria Virtute si innesca un circolo virtuoso che trasforma le procedure di compliance (conformità e rispetto di determinate regole e norme) da centro di costi in inedito centro di ricavi, e garantisce sia agli operatori economici tout court, sia a dipendenti, consumatori e utenti compensi variabili in relazione al contributo fornito da ciascuno per qualificare in modo oggettivo e misurabile la reputazione documentata e tracciabile propria e delle controparti in tutti i rapporti obbligatori”. 

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