È arrivata Mevaluate Banca dati della reputazione

Affaritaliani.it

Nel caos degli infiniti flussi di informazioni, tra bufale vere e smentite presunte, parte oggi nella sua fase sperimentale il progetto “Mevaluate”, la prima banca dati della reputazione. Un database online che, raccogliendo solo documenti verificati, stila un “rating della reputazione” con cui determinare il grado di fiducia attribuibile ad un individuo, un’impresa, un’istituzione pubblica o privata

Martedì, 16 dicembre 2014 – 14:40:00

Nel caos degli infiniti flussi di informazioni, tra bufale vere e smentite presunte, parte oggi nella sua fase sperimentale il progetto “Mevaluate”, la prima banca dati della reputazione. Un database online che, raccogliendo solo documenti verificati, stila un “rating della reputazione” con cui determinare il grado di fiducia attribuibile ad un individuo, un’impresa, un’istituzione pubblica o privata. Nei primi 10 mesi del 2014 in Italia, secondo i dati della Polizia Postale, ci sono state 8.906 denunce per furto di identità via internet, mentre l’Osservatorio centrale rischi finanziari (Crif) ha segnalato 26 mila frodi creditizie nel 2013, 8,3% in più rispetto al 2012. Insomma, mentre la credibilità è in calo, i rischi nella vita quotidiana aumentano, dagli acquisti online alla valutazione di una baby sitter, fino alla scelta della banca cui affidare i risparmi. Come viene spiegato nella nota di presentazione, Mevaluate (o Mev, se preferite l’abbreviazione) nasce proprio per rispondere alla crescente domanda di affidabilità, correttezza e trasparenza.

Il progetto nasce in versione start-up 3 anni fa, ma trova nel tempo la collaborazione dell’Ibm, della società di revisione e consulenza PwC Advisory, del gruppo di certificazione internazionale Rina Services e della multinazionale specializzata nella gestione dei rischi Aon, nonché – soprattutto – del Ccasgo, ente partecipato da dieci pubbliche amministrazioni, tra cui l’Autorità Nazionale Anticorruzione di Raffaele Cantone, la Dna, la Dia, la Criminalpol, oltre a 5 Ministeri (Sviluppo Economico, Economia, Infrastrutture e Trasporti, Giustizia, Interni) e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Come osservatori, al “Mev” partecipano poi anche 590 banche associate all’Abi, riunite nel Consorzio CBI.

Come funziona tecnicamente? L’iscrizione è volontaria, eliminando così ogni possibile violazione della privacy. Dopodiché il Mev elabora per ogni soggetto censito un rating complessivo che si compone dalla somma di 5 sub-rating: penale, fiscale, civile, lavoro e impegno sociale, studi e formazione (solo per gli individui). Attraverso una serie di algoritmi (per i quali è stata presentata domanda di brevetto negli Stati Uniti), ad ogni soggetto censito viene attribuito un rating complessivo, un “voto” che si esprime attraverso tre lettere e due numeri. Un sistema di valutazione che fa riferimento a un Codice della reputazione universale certificato da un Comitato etico internazionale (coordinato dall’Università di Warwick). A sostenere i clienti nell’elaborazione del proprio rating, e a difenderli in caso di attacchi da parte di terzi, ci sono una serie di avvocati, commercialisti, notai e revisori legali abilitati da Mevaluate e certificati da Rina Services. Un articolato sistema di royalty prevede, inoltre, un guadagno permanente per tutti i coloro che alimentano profili a favore di se stessi o conto terzi.

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