(PRIMAPRESS) MILANO –
Quanto vale la reputazione di una persona, di un professionista, di un’azienda? E come la si può certificare in maniera obbiettiva o difenderla da aggressioni strumentali? Ancora: quanto è possibile fidarsi delle referenze attualmente disponibili, come quelle che circolano sui social degli operatori della sharing economy o come i vari certificati antimafia, del casellario giudiziario, dei carichi pendenti? A chi sto affidando i miei soldi, i miei beni, le persone della mia famiglia? Mi posso fidare della persona, del professionista, dell’azienda che ho davanti?