Tenuta di Suvignano punta a 15 milioni di finanziamenti

La tenuta di Suvignano confiscata alla mafia nel 1983 e gestita dal 2019 dalla Regione Toscana (attraverso l’Ente Terre regionali toscane) si prepara a celebrare, sabato 18 settembre alla presenza delle istituzioni, la terza edizione della Festa della legalità.

Per l’occasione l’azienda agricola, situata tra Monteroni d’Arbia e Murlo (Siena) e guidata dall’amministratore unico Giovanni Mottura, ha annunciato che d’ora in poi richiederà ai propri fornitori il rating reputazionale digitalizzato frutto del progetto ‘Italia Virtute’, elaborato dalla holding Mevaluate applicando un algoritmo che prende in considerazione le informazioni rilevabili da documenti e certificati ufficiali. L’intento è offrire maggiori garanzie di contrasto alle infiltrazioni criminali, anche in vista degli investimenti per la ristrutturazione della tenuta.

Suvignano – 640 ettari di terreni e 18 edifici che occupano 21mila quadrati in uno scenario di grande bellezza – ha infatti bisogno di modernizzare sia la produzione agricola che la parte immobiliare. La villa, le case coloniche e i terreni furono confiscati la prima volta da Giovanni Falcone nel 1983 all’imprenditore palermitano Vincenzo Piazza, condannato definitivamente nel 2007.

Ora l’obiettivo è ottenere dal ministero dell’Interno (che gestisce i fondi comunitari destinati ad aziende e beni confiscati di particolare interesse anche culturale ai sensi dell’articolo 1, comma 611 della legge di bilancio per l’anno 2017) un finanziamento pubblico di almeno 15 milioni di euro, per il quale sono state avviate le verifiche preliminari.

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