Rating reputazionale, il «brevetto» Mevaluate per elenchi o appalti privati

Entra in funzione in via sperimentale l’algoritmo della società irlandese, nata nel 2013 proprio con l’obiettivo di fornire ai clienti gli streumenti per valutare i propri interlocutori sul mercato

di Giuseppe Latour

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Un algoritmo che valuti la reputazione di imprese, enti e persone fisiche. Mettendo dentro aspetti fiscali, civili e penali, ma giudicando anche la loro formazione e l’impegno nel sociale. E’ questa la piccola rivoluzione di Mevaluate, impresa che si definisce la “prima banca dati etica on line della reputazione” e che ha di recente ricevuto un’attestazione importante: il Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza sulle grandi opere (Ccasgo) ha partecipato a un gruppo di ricerca che, insieme a banche e ad alcuni grandi player degli appalti (Alstom, Anas, Calcestruzzi, Cmc, Ilva, Sisal), ne ha studiato le possibili applicazioni su larga scala. In concreto, potrà essere usato da subito per la costituzione di elenchi fornitori e negli appalti privati. «Il progetto – spiega Eduardo Marotti, amministratore delegato di Mevaluate holding – nasce nel 2011 e ora è arrivato alla fase di messa in produzione». L’idea nasce da un gruppo di informatici, esperti di diritto e consulenti di impresa e si avvale della collaborazione di Ibm, della società di revisione e consulenza Pwc, della società di certificazione Rina, del broker assicurativo Aon.

Attraverso una serie di algoritmi, Mev (l’acronimo del progetto) è in grado di individuare un rating della reputazione che consente di determinare in maniera affidabile il grado di fiducia che può essere riposto in un individuo, in un’impresa, in un’istituzione pubblica o privata. Ci sono cinque valutazioni: penale, fiscale, civile, lavoro e impegno sociale, studi e formazione. Tutte legate a un numero o a una lettera. «Il sistema consente di ottenere una più alta e attendibile profilatura di tutti i soggetti che si mettono in contatto con qualcuno», dice ancora Marotti. E’ applicabile alla ricerca di personale ma anche agli appalti. Concretamente, non è utilizzabile negli appalti pubblici, perché il suo utilizzo integrerebbe un requisito non previsto dal Codice dei contratti. Ma può essere usato negli appalti privati e nella costituzione degli elenchi fornitori, tutti quegli albi di imprese convocate semplicemente “a chiamata” e senza gara, ad esempio per ragioni di somma urgenza.

Già da qualche mese il Ccasgo ha messo gli occhi sull’iniziativa. A partire dallo scorso marzo e fino a giugno, il Comitato ha partecipato ai lavori di un gruppo di ricerca nel quale sono state coinvolte le banche del Consorzio Cbi (590 banche associate all’Abi) e alcune grandi aziende e stazioni appaltanti (Alstom, Anas, Calcestruzzi, Cmc, Ilva, Sisal). Insieme, hanno studiato le possibili applicazioni del sistema e, proprio in questi giorni, stanno cominciando ad avviare alcune forme di sperimentazione del suo utilizzo.

Concretamente, possiamo fare l’esempio di una stazione appaltante che richiede, per la costituzione di un elenco fornitori, di produrre un rating reputazionale. Le imprese dovranno accedere alla banca dati Mevaluate e fornire la documentazione che gli sarà richiesta. “Le informazioni andranno documentate e saranno rinnovate periodicamente, non ci sono autocertificazioni”, spiega Marotti. A maneggiare questa documentazione in fase di elaborazione del rating saranno i “consulenti reputazionali”: avvocati, commercialisti, notai e revisori legali abilitati da Mevaluate e certificati da Rina. “A maggio chiuderemo la sperimentazione e da giugno saremo aperti a tutti i clienti”, conclude Marotti. A quel punto sarà, di fatto, attivato un nuovo mercato.

Mev – Il Sole 24 Ore Edilizia@Territorio

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