Mafia: Confcommercio, ‘ok misure antimafia ma attenzione a danni imprese’

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Palermo, 1 giu. (AdnKronos) – “Le misure di prevenzione antimafia sono assolutamente necessarie per traghettare il nostro territorio verso la liberazione dalla mafia, ma nello stesso tempo è necessario riflettere sulle storture che sono avvenute ed è importante orientare, consigliare, gli imprenditori in buona fede affinché non incappino in errore”. A dirlo è Patrizia Di Dio, la presidente di Confcommercio Palermo che oggi, a Palazzo dei Normanni, ha organizzato un incontro tra esperti e imprenditori proprio sul tema delle misure di prevenzione.

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“Lo Stato non deve fare passare messaggi distorti – ha aggiunto – come quando in un territorio affamato di impresa, affamato di posti di lavoro, poi creiamo dei danni alle stesse imprese. Questo non lo possiamo permettere”. L’obiettivo deve essere conciliare l’attività di impresa con la prevenzione dalle infiltrazioni mafiose, evidenziando sempre l’importanza di una legalità che non sia solo proclamata ma praticata. “Se da un lato dobbiamo intervenire con misure per liberare questa terra dalla mafia – ha detto Di Dio – dall’altro dobbiamo riflettere su quali garanzie l’economia in generale debba avere affinché queste misure non intervengano in maniera distorta”.

2019-06-01 16:14

(AdnKronos) – La criminalità, ha aggiunto Anna Lapini, componente della giunta nazionale di Confcommercio, “è un costo per le aziende sane. Il nostro compito è creare una rete di protezione, attraverso la formazione, l’informazione, gli interventi normativi, la collaborazione con forze dell’ordine, le istituzioni, la magistratura, gli amministratori locali, il mondo accademico, che metta in sicurezza le imprese ed eviti loro di scivolare nel baratro di quella ‘zona grigia’ inquinata da capitali illeciti”.

Venire incontro alle imprese, dunque anche tutelandole da eventuali errori e prevenendo le misure di prevenzione. “Confcommercio oggi fa partire un dialogo destinato a durare nel tempo con gli imprenditori e il cui obiettivo è definire delle buone pratiche di gestione dell’impresa che creino un ostacolo serio a qualunque tipo di infiltrazione criminale – ha spiegato Marcello Consiglio, avvocato e componente dell’Osservatorio ordinamento giudiziario Unione Camere penali italiane – E’ un’impostazione nuova, molto propositiva, che deve partire da un’analisi del fenomeno e della normativa sulle misure di prevenzione, indicando una precisa forma di autorità dell’imprenditore rispetto all’azione penale. Un messaggio di buona pratica che si collega alla crescita economica e che diventa fondamentale per lo sviluppo delle imprese in Sicilia”.

2019-06-01 16:14

(AdnKronos) – Quale migliore prassi allora? Secondo Giovanni Mottura, presidente dell’Istituto nazionale amministratori giudiziari, il “rendersi conto che l’adozione di modelli strategici di gestione e controllo come quelli previsti dalla legge 231 del 2001, ovvero quella per l’esimenza della responsabilità penale dell’ente, sono la via che già il legislatore ha previsto. Si tratta di adattarli e mettere in campo, in maniera concreta, modelli che possano andare bene sia per la media che per la piccola impresa”.

Da non sottovalutare poi il ‘rating reputazionale’. “Uno strumento che sta decollando – sottolinea Mottura – Si tratta di una volontaria misurazione oggettiva della reputazione, dove per reputazione si intende un profilo penale, civile e fiscale che vale tanto per l’impresa quanto per la persona fisica. Se questo strumento decollerà, a mio modesto avviso, costituirà per efficacia, sia in termini di tempi che di costi, una modalità per porre in essere procedure esimenti”.

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