I tentativi di infiltrazione criminale
PALERMO
La Commissione parlamentare Antimafia ha ascoltato ieri la delegazione dell’Inag, Istituto nazionale amministratori giudiziari, formata dal presidente Giovanni Mottura,
dal direttore generale Sandro Cavaliere e dal consigliere Giuseppe Sanfilippo. Obiettivo dell’Inag è costruire una solida barriera ai tentativi di infiltrazione criminale anche nella delicata fase di gestione. Secondo i dati del ministero della Giustizia ci sono circa 9.000 procedimenti, a cui corrispondono 177.906 beni, di cui oltre 15 mila inseriti solo nel corso del 2018. E sono 2.892 le aziende attualmente gestite dall’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. La Guardia di finanza solo nel 2018 ha chiesto sequestri per 5 miliardi, pari allo 0,2 del Pil. Numeri da capogiro che a parere dell’Inag impongono l’adozione di innovazione tecnologica e normativa. L’istituto ha così promosso il case study «antimafia in digitale» per il potenziamento sia del modello di organizzazione, gestione e controllo, sia del Codice etico previsto dalle correlate linee guida Confindustria a beneficio delle imprese sequestrate e confiscate. «Il case study Anbsc su una azienda definitivamente confiscata alla mafia siciliana – ha precisato Mottura – prevede che questi documenti includano la richiesta e l’ottenimento dalle controparti nei rapporti obbligatori del rating reputazionale digitalizzato, documentato e tracciabile.
Il tutto è funzionale al riconoscimento di affidabilità, attribuito alle stesse imprese da Federazione consumatori e utenti».
Cr. G.